La funzione psicologica del parrucchiere

Premetto che molte donne non amano andare dal parrucchiere o parrucchiera e nemmeno dall’estetista o sottoporsi a altre cure estetiche: si annoiano, ritengono di provvedere all’estetica del corpo autonomamente, preferiscono altre occupazioni, trovano costosi gli interventi estetici, non meritevoli di tanto tempo impiegato anche per le attese, per l’ambiente opprimente, per le chiacchiere noiose, e altro.
Mi sembra che la maggior parte delle donne invece, desiderino prendersi cura di se stesse, proprio rilassandosi dal parrucchiere, dall’estetista, dal massaggiatore, dal truccatore.
Non sempre ne siamo del tutto coscienti, ma quando andiamo dal parrucchiere/a, possiamo sperimentare un senso di benessere anche psicologico. Se si tratta di un appuntamento fisso, la sola consuetudine di recarci puntualmente al salone di coiffeur, che di per sé ci offre e ci abbraccia in una sorta di contenimento affettivo. Le ragioni sono facilmente intuibili: la cura della bellezza dei capelli e l’attenzione che altri esercitano sul nostro corpo ci consentono di sentirci passivi e gratificati, e anche l’uomo non si dispiace. C’è di più: di solito le clienti, senza troppo controllo sentono il forte bisogno di raccontare eventi e situazioni che accadono nella loro vita con una disinvoltura quasi senza precedenti come se la parrucchiera fosse un’amica carissima secvondo un rituale che include l’intimità delle vicende personali, anche perché il parrucchiere è un abile ascoltatore ed è diplomaticamente in grado di interagire con la propria cliente in modo tale da farla sentire a proprio agio. Risponde alle domande, offre un orecchio sensibile alle sofferenze quotidiane, in modo garbato e non invadente accarezza la voglia del cliente di occupare il centro di attenzione. Il parrucchiere spesso conferma le varie affermazioni del cliente, ne condivide le critiche sociali, i pensieri amoriosi e tanti sfoghi psicologici del suo cliente, e mentre accarezza la sua testa o le sue mani,sdrammatizza i racconti spiacevoli, narrati dalla cliente della quale si prende cura in veste di coiffeur, incoraggiandola con l’uso di una gradevole leggerezza.Tutto ciò aumenta nel cliente un po’ di autostima sentendosi più apprezzato e anche un po’ più importante.
Parallelamente ai capelli pertantoil parrucchiere spesso una parrucchiera  piace di più a una donna svolge una funzione di cura psicologica e di fonte di gratificazione emotiva. Alcune donne si recano frequentemente dal parrucchiere perché è come se facessero unacura psicoterapeutica a due sedute settimanali. Parlano liberamente di ogni dettaglio della loro vita quotidiana come se fosse un diario che stanno scrivendo a mano libera, trascurando a chi stanno parlando perché il bisogno di scaricare le tensioni è più forte.
D’altro canto, il parrucchiere, nel suo lavoro quotidiano, ascolta decine di clienti: ciò fa parte dei suoi requisiti professionali, oltre ai doverosi saper acconciare, tagliare e pettinare. E’ proprio l’ascolto sensibile e mai distratto del parrucchiere che fa sì che le clienti si sentano liberate dal peso delle loro piccole grandi angosce e centro dell’attenzione. In modo da sentirsi coccolate anche e soprattutto per questa ragione, non solo perchè c’è qualcuno che si prende cura dei propri capelli.
Direte , questo rituale è meglio della psicoterapia psicoanalitica: non proprio! La cura estetica è un spazio momentaneo dove la propria soggettività interiore, cioè il dialogo intrapsichico non avviene e il problemi dal parrucchiere rimangono come permanenti, dopo un momento di sollievo. Comunque questo break non guasta anche perché non dimentichiamo che toccare il corpo fa sempre piacere. Personalmente sono passato dall’antico barbiere al hair style alla parrucchiera donna che trovo molto più brava.

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